martedì 31 dicembre 2013

Auguri a tutti di un sereno e felice 2014!

A tutti i Confratelli e le Consorelle, alle rispettive le famiglie, a tutti i fedeli, i devoti, gli amici,  a quanti ci sono vicini a vario titolo, i migliori auguri di un sereno e felice 2014 da parte del Priore, del Padre Spirituale, del Consiglio e di tutta la comunità confraternale.

Lasciamo il 2013 con la raccolta delle immagini dei momenti più belli vissuti insieme quest'anno



lunedì 30 dicembre 2013

l’Arciconfraternita del Carmine continua nell’impegno sociale a favore dei bisognosi

Giorgio Vegliante
Corriere del Giorno del 20/12/2013


La sensibilità alle esigenze e ai bisogni dell’altro stimola l’amore per l’uomo, incoraggia l’umanità alla compassione per le persone bisognose, dando vita e sviluppando la filantropia. uomo. Attraverso di essa l’uomo, conoscendo d’altra parte la forza dell’egoismo, per il quale è l’io che si pone al centro dell’attenzione ignorando l’altro, avverte quanto sia difficile uscire da se stesso per correre in aiuto di chi ha bisogno.
Il cristiano fa altrettanto e ancora di più, perché sa di trovarsi non solo dinanzi ad un suo fratello per Fede, ma dinanzi alla presenza del suo Dio.
Basta ricordare alcuni pronunciamenti di Gesù: “Amatevi come io vi ho amato”, “Avevo fame e mi avete dato da mangiare”, etc…
Questa attenzione ai poveri ha quindi, nel pensiero di Gesù, una motivazione più profonda della compassione razionale, perché il povero che viene aiutato è Dio stesso

L’indimenticabile Papa Benedetto ce ne ha parlato con abbondanza nella sua prima enciclica Deus caritas est del Natale 2005, quindi nella esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum caritatis del 2007, ed ancora nella terza enciclica Caritas in veritate del 2009. Un insegnamento insistito, quindi, per aiutarci a capire e a vivere questa dimensione fondamentale della identità cristiana, dataci da Gesù stesso: “Da questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35). Per questo una delle caratteristiche della comunità cristiana delle origini era la perseveranza nella carità e nella comunione dei beni (At 2,44-45). Ed anzi proprio l’amore e l’aiuto reciproco dei cristiani era oggetto dell’ammirazione dei pagani che dicevano, come attesta Tertulliano: “Guardate come si amano!”.

Anzi, come ricorda espressamente Papa Benedetto nella Deus caritas est, Giuliano l’Apostata volle che i sacerdoti della religione pagana da lui instaurata imitassero il sistema di carità dei “galilei” (n. 24). L’insegnamento insistito di Papa Benedetto sulla carità come caratteristica qualificante della Chiesa e dei cristiani anche oggi, anzi soprattutto oggi, va accolta come un prezioso dono, anzi come un percorso che qualifica i cristiani ovunque si trovino. L’ultimo dono che a questo proposito Benedetto XVI ci ha fatto è il motu proprio Intima Ecclesiae natura dell’11 novembre scorso, con il quale il servizio di carità è quasi istituzionalizzato in un quadro normativo organico, che prevede per gli stessi fedeli singoli o uniti tra loro “il diritto di associarsi e di istituire organismi che mettano in atto specifici servizi di carità, soprattutto in favore dei poveri e dei sofferenti” (art. 1). Va tenuto sempre presente, dice Papa Ratzinger, che “l’azione pratica resta insufficiente se in essa non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo” (n. 34). Raccogliamo come un prezioso dono del Papa emerito questa apertura a forme nuove di collaborazione caritativa dei laici, che non è nuova nella storia (si pensi all’attività assistenziale e sociale delle “Fraternite” nei secoli passati), ma che è di nuovo riproposta con audacia per caratterizzare sempre più chiaramente la “intima natura della Chiesa nel suo triplice compito di Parola di Dio-liturgia-carità, che si presuppongono a vicenda e non possono essere separati l’uno dall’altro” (n. 25). Anzi, parlando all’associazione caritativa di laici Pro Petri Sede, ha esortato a “non ridurre tutto a sola promozione umana. Fede e carità si esigono a vicenda”.

La vera Carità cristiana non è l'elemosina materiale (data per compassione o per timore) né la pura filantropia (sentimento generico di amore verso l'umanità), né la Carità in genere, né il mero assistenzialismo. La vera Carità cristiana è l'amore prima verso Dio e poi, insieme a Lui, verso i nostri simili. Affinché la Carità sia veramente Carità cristiana, essa deve ispirarsi e fondarsi sull'amore a Dio.
Dal punto di vista della Rivelazione è la più alta e la più ambita virtù cui l’uomo possa aspirare.
Anche l'amore teologale (come tutte quelle idee sul cristianesimo prodotte dai pregiudizi), nel pensiero del battezzato medio, è spesso frainteso. Comunemente, la parola "carità" si associa all'idea di assistenzialismo. In altre parole, si assimila la carità cristiana all'impegno verso i bisognosi. Alla luce della Parola di Dio, questa associazione si rivela errata. La carità teologale non è un'opera in favore dei poveri. L'Apostolo Giovanni ci dice con chiarezza in cosa consiste la carità: "In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è Lui che ha amato noi" (1 Gv 4,10). Ciò significa che per intendere la carità teologale non bisogna pensare tanto all'amore che dona, quanto all'amore che riceve. La carità teologale consiste infatti non nell'amare, ma nell'essere amati. Più precisamente, l'amore teologale comincia quando abbiamo sperimentato e sentito che Dio ci sta amando. In sostanza, la carità teologale ha la sua sorgente nel percepire di essere amati da Dio. Di conseguenza, la nostra capacità di amare non deriva dalla decisione di amare gli altri, ma dalla gioia di sentirsi amati da Dio. Questa è la condizione basilare perché l'amore non si arrenda dinanzi all'ingratitudine o dinanzi a qualunque mancanza di amabilità. Chi percepisce di essere amato da Dio, si sente già pieno di questo amore, e non ha bisogno di raccogliere consensi intorno a sé per sentirsi bene con se stesso. Da queste premesse, dobbiamo concludere: l'amore teologale è innanzitutto un amore che riguarda Dio; vale a dire: la carità teologale è l'amore col quale Dio ama la singola persona.

L’Arciconfraternita del Carmine, anche per il Programma di Natale 2013 esprimerà le sue forme caritatevoli, così come nel corso dell’intero Anno Sociale, attraverso la consueta visita alla Cittadella della Carità.
Anche in questa occasione l’amore di Gesù verrà esteso, attraverso la vicinanza umana, alle persone che soffrono e che trovano nella visita della nostra Comunità Cristiana un momento di caloroso supporto.
Gli auguri natalizi ai degenti della Cittadella della Carità saranno portati a nome dell’intera Congrega alla presenza di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto.
La Banda “Lemma” di Taranto allieterà l’evento caritatevole al suono delle più note pastorali tarantine ispirate al Natale.
Alla visita presso la Cittadella della Carità si aggiunge il tradizionale incontro per lo scambio di auguri natalizi cui prenderanno parte presso l’Hotel Delfino tutti i Confratelli del Carmine. Il momento conviviale in prossimità del Natale servirà anche e soprattutto per la consueta raccolta di beneficienza in favore della Mensa dei Poveri. Un minimo contributo previsto, farà si che l’apporto della Comunità possa donare un dignitoso proseguimento alla storica e nota iniziativa che, mai più di adesso, accoglie tante persone bisognose delle prime necessità per poter vivere.

Anche l’organizzazione in Piazza Carmine della vendita di beneficenza di specialità casalinghe prodotte dalle Consorelle del Carmine, rappresenta un ulteriore elemento da considerare in tal senso.

domenica 29 dicembre 2013

Musica, luce, profumi, poesia: è Natale!

Giovanni Schinaia
Corriere del Giorno del 20/12/2013


Musica, luce, profumi, poesia: i frutti della genialità umana e della bellezza della natura preparano alla celebrazione del Natale. Gesti e simboli che parlano direttamente al cuore e, di rimando, all’intelligenza dei fedeli, e preparano così a fare memoria della nascita del Salvatore.

La musica è quella liturgica e popolare. Sono le note e le imperiture sonorità del canto gregoriano e della polifonia che risuonano nelle funzioni liturgiche; è quella musica che, come insegna il Magistero, non si limita a corredare la liturgia, ma ne costituisce parte essenziale. E sono le note delle pastorali e dei mottetti della tradizione, ma anche delle composizioni “alte” di quei grandi autori che sono tornati spesso, nella propria vita artistica, a visitare le tematiche natalizie. Tutta musica “popolare”, nel senso migliore del termine: una musica conosciuta e immediatamente riconosciuta nell’esecuzione da chiunque a qualunque livello. È la musica che ogni anno torna nel tradizionale concerto nella chiesa del Carmine eseguito dal Coro e Orchestra del Monte Carmelo.

La luce è metafora stessa del Cristo, la Luce che viene nel mondo, significata dal fuoco delle candele: le sei candele che ornano il nostro Altare e che fanno corona al Crocifisso, non relegato in un cantuccio del presbiterio, ma al centro, seguendo l’amorevole esempio dei papi Benedetto XVI e Francesco, quasi a significare una nuova menorah, quella della Chiesa di Cristo, “Novus Israel”; e così la luce delle quattro candele della tradizionale Corona dell’Avvento, una per ogni settimana di preparazione al santo Natale. La fila delle candele, nella chiesa del Carmine, si dipana sul presbiterio fra l’altare del sacrificio, da un lato, e il leggio, dall’altro, il trono della Parola; una parola che la notte di Natale, quando ormai le quattro candele saranno tutte accese, sarà significativamente sostituita dalla statua di Gesù Bambino, la Parola che si è fatta carne. Prima di essere riposto sul presbiterio, sulle note del “Tu scendi dalle stelle” di Sant’Alfonso Maria de Liguori, il bambinello sarà portato in processione in chiesa, dal parroco mons. Marco Gerardo, accompagnato, per consuetudine ab immemorabili, dal Priore della Confraternita, Antonello Papalia, con l’ombrellino processionale. L’altra statua del bambinello sarà collocata invece nel Presepe, al centro della navata, allestito quest’anno dai giovani e giovanissimi dell’Azione Cattolica parrocchiale.

Il profumo è quello che si sprigiona dai grani di incenso bruciati sui carboni ardenti; è il profumo che dai turiboli fumiganti sale verso l’alto a significare le preghiere dei fedeli che si innalzano al cielo. L’uso dell’incenso nella liturgia, col suo valore squisitamente sacrificale – si arde qualcosa di prezioso come offerta a Dio – ricorda ai fedeli la natura stessa della Messa come rinnovazione incruenta sull’altare del sacrificio cruento di Cristo in Croce. Nel contesto del Natale quindi ci ricorda l’inscindibile rapporto fra il mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Cristo, e i misteri della Passione, Morte e Resurrezione. L’amato papa Giovanni Paolo II insegnava che “il levarsi delle volute di incenso esprime con grande potenza evocativa l’anelito dello spirito umano a librarsi verso l’alto, a superare le angustie quotidiane, per riconoscere il senso della propria esistenza e ricongiungersi con Dio. Con l’incarnazione, il Verbo ha voluto assumere la natura umana ed è entrato in un nuovo rapporto anche con il cosmo, per presentarlo a Dio Padre quale offerta a lui gradita.” (omelia in Santa Maria Maggiore, del 14 agosto 1988).

Infine la poesia, come la musica, frutto dell’ingegno umano. È la poesia dei testi liturgici, il Canone Romano su tutti, che attingono al livello del sublime, almeno quando le traduzioni vernacole ancora lo consentono. È la poesia delle antichissime antifone “O”, le sette antifone che, a partire dal 17 dicembre, introducono il canto del Magnificat nella Liturgia delle Ore. Proprio le antifone “O” sono state oggetto di una catechesi di qualche tempo fa che il Padre Spirituale della Confraternita del Carmine, mons. Marco Gerardo, aveva preparato per Confratelli e Parrocchiani. Dette “O” perché iniziano tutte appunto con l’invocazione “O”, seguita da sette titoli attribuiti a Cristo, uno al giorno fino al 23 dicembre. Sono proprio queste parole a custodire nel loro insieme e nella loro successione un senso poetico e teologico altissimo: Sapienza, Adonai – il Signore, Radice di Jesse, Chiave di Davide, Oriens – stella che sorge, Re delle genti, Emmanuel. Tutte le iniziali degli attributi di Cristo, lette in senso inverso formano la frase latina “ERO CRAS”, “sarò domani”, sarò con voi, nascerò, esisterò. E l’indomani del magnificat del 23 dicembre sarà già tempo ormai per la veglia di preparazione alla nascita del Salvatore.

sabato 28 dicembre 2013

Il Natale degli incappucciati

La preparazione al Santo Natale
passa attraverso una serata di beneficenza


Luca Bucci


A pochi giorni dal consueto ma sempre rinnovato Santo Natale, l’Arciconfraternita del Carmine ripropone, per il secondo anno consecutivo dall’inizio dell’insediamento della nuova amministrazione, una serata dedicata agli auguri con uno sguardo verso il prossimo.
L’evento si è svolto nella serata del 19 Dicembre, presso il Grand Hotel Mercure Delfino in viale Virgilio a Taranto. Dalle 20,30 in poi si sono visti confluire un numero sempre maggiore di confratelli e consorelle in compagnia di alcuni familiari invitati, i quali in poco sono riusciti a riempire una delle sale da pranzo allestite per l’occasione. 

Da subito si è compreso il senso di convivialità e fratellanza che era al centro della serata: ancora prima di poter prendere posto ai tavoli decine di amici, fratelli, compagni si ritrovavano sorridenti in un unico luogo per condividere la gioia del Santo Natale.
Doverosa l’apertura della cena con la preghiera alla Santa Madre e la benedizione del Padre Spirituale don Marco Gerardo che con il suo ardore ed anche con un pizzico di ironia riempie il cuore dei confratelli riuniti.
A seguire la parola passa al Priore Cav. Antonello Papalia: il suo intervento ha il sapore della soddisfazione. È proprio lui che, ricordando il passato anno in cui per motivi personali dovette essere assente alla medesima cena dedicata agli auguri natalizi, sottolinea la massiccia presenza, e quindi risposta ad un richiamo non solo conviviale ma soprattutto di attenzione verso il nostro prossimo. La serata ha richiesto ai partecipanti un contributo minimo di 5 euro totalmente destinati ad una delle opere di carità che la confraternita segue di persona e sempre in prima linea, la Mensa per i poveri.

È infatti risaputo che grazie agli interventi economici e all’impegno di molti volontari del Sodalizio, è possibile, con una certa continuità, provvedere al bisogno della mensa dei poveri. E così, che con grande orgoglio, il Priore ha voluto sottolineare il ricavato della serata che si aggiunge alla vendita di prodotti da parte delle consorelle, per un totale di € 1500,00.
Ha continuato presentando il nuovo progetto della confraternita denominato “Coordinamento per le attività culturali”: successivamente alla realizzazione del sito internet www.confraternitadelcarmine.it e della collegata rivista on-line “Nazzecanne”, sono stati convocati dal coordinatore della cosiddetta commissione, il vice Priore Giovanni Schinaia in collaborazione con l’addetto stampa Giorgio Vegliante, un ristretto numero di confratelli e consorelle, presentati durante la serata, che seguiranno da vicino lo sviluppo degli articoli che verranno periodicamente pubblicati e che interesseranno differenti argomenti legati alla confraternita e ai suoi molteplici impegni sociali ed ecclesiastici. 

Al termine dell’intervento del Priore la cena ha inizio, e subito gli animi dei presenti si scaldano alle prime note di Napule è magistralmente eseguito dai “Napolatino”,  band musicale d’eccezione molto conosciuta nel panorama tarantino per le loro rivisitazioni di canzoni della tradizione napoletana in chiave latina. Si susseguono cosi brani come O surdato nammurato, Trapanarella e Malafemmena che attraverso la bravura e la simpatia della band diventano coro unanime con tutti i presenti in sala.
L’occasione è stata propizia anche per festeggiare, allo scoccare della mezzanotte, i 18 anni di un confratello presente, il quale viene prontamente coinvolto in un festoso trenino in giro per la sala sulle notte della band.
Continua cosi la festa fino circa la mezzanotte quando, dopo uno scambio sincero di auguri natalizi tra i confratelli ed i loro amici, ognuno prende la strada verso la propria casa portando nel cuore questa serata in cui non esistono differenze sociali ma solo un forte desiderio di aggregazione, di sentimenti condivisi o più semplicemente di un sentirsi parte di una grande famiglia.

Il Natale degli “incappucciati” è fatto così di sorrisi, risate, abbracci ma soprattutto di unione, quell’unione che rende possibile dei progetti di fratellanza che portano un sorriso anche in coloro i quali per un semplice piatto di pasta servito quotidianamente rendono grazie al Signore.

giovedì 26 dicembre 2013

Vendita di beneficenza in favore della nostra mensa per i poveri

Olga Galeone




Nell'ambito del programma Natale 2013 il giorno 15 dicembre si è svolta una vendita di beneficenza in favore della Mensa dei Poveri sita in Via Cavour a Taranto. Durante la mattinata in Piazza Carmine sono state messe in vendita specialità casalinghe prodotte della consorelle del nostro sodalizio, principalmente dolci, ma non solo. I tanti passanti della domenica che si soffermavano incuriositi al tavolo della confraternita hanno avuto vasta scelta tra creazioni all'uncinetto e ai ferri, bigiotteria, oggettistica religiosa, vini pregiati e tante golosità irresistibili. I più richiesti ovviamente i dolci tipici natalizi della nostra tradizione, struffoli e cartellate.
E' stato anche un motivo per fare informazione riguardo la Mensa, poiché molti tarantini non conoscono ancora questa istituzione, nonostante sia operativa da diversi anni.

Mi piace sottolineare che ad accogliere volentieri l'invito a partecipare alla vendita, oltre le consorelle, sono state le mogli dei confratelli, a dimostrazione che lo spirito carmelitano, il quale ci porta a porre la nostra vita al servizio della Chiesa e dei più bisognosi, non lo viviamo esclusivamente in prima persona ma lo trasferiamo, come è giusto che sia, a chi ci circonda.
Non è stata la prima volta che le consorelle hanno organizzato una vendita di beneficenza, già in passato ci sono stati altri eventi simili, ultimo in ordine di tempo lo scorso maggio, e tutti hanno dato risultati notevoli. Anche a maggio l'importo totale ricavato è stato devoluto alla Mensa dei Poveri perché, come scrisse l'autore britannico Daniele Defoe, "la carità comincia a casa propria". 
E di casa nostra si tratta giacché la Mensa dei Poveri è stata istituita dalla Parrocchia del Carmine e a questa magnifica istituzione nel corso degli anni tanti confratelli e consorelle hanno donato il loro tempo e la loro opera
 
Oggi, ogni giorno all'ora di pranzo, viene servito un pasto caldo a circa 80 ospiti, alcuni dei quali si sono timidamente avvicinati alla postazione della vendita per dirci che senza la mensa non saprebbero cosa mangiare. In seguito alla crisi economica il numero degli indigenti si è moltiplicato; vengono definiti i "nuovi poveri", disoccupati, cassaintegrati, pensionati al minimo, che trovano quel sostegno che lo Stato non riesce a garantire nelle associazioni cristiane e laico-cristiane. Fin dalle origini le confraternite hanno avuto come scopo l'esercizio di opere caritatevoli e la nostra confraternita ha sempre dimostrato una particolare sensibilità verso i bisognosi. Per questo Natale il consiglio di amministrazione ha voluto far sentire forte il sostegno della confraternita agli ospiti della Mensa dei Poveri con la consueta raccolta fondi in occasione del tradizionale scambio di auguri e con la vendita di beneficenza organizzata dalle consorelle. Il nostro augurio è che il cibo offerto dalla mensa possa non soltanto dare sostentamento, ma possa ancor più riscaldare il cuore di chi lo riceve.

martedì 24 dicembre 2013

«Dove Cristo arriva le cose cambiano»

Messaggio di Augurio
nel Giorno del Natale del Signore
dell’Arcivescovo metropolita di Taranto
 
 
 
 Cari Sorelle e Fratelli,
riflettevo in questi giorni su come tanti abbiano descritto questo Natale 2013 come un Natale in tono minore rispetto agli altri passati. I problemi li sappiamo a memoria e nell'ordine giusto.
Consentitemi, però, di farvi un rimprovero paterno. Quest'anno è più Natale degli altri anni. Tante aspettative e accessori vari nei nostri presepi hanno oscurato una protagonista immancabile delle nostre natività. Per il presepe occorrono almeno il Bambino Gesù, la Vergine, San Giuseppe, il bue e l'asinello e… la mangiatoia piena di paglia. Spesso dimentichiamo quest'ultima. Essa è il segno della nostra povertà, delle nostre miserie, soprattutto umane. Miserie che il Signore si china a raccogliere, ad abbracciare e a redimere.
Il mio augurio vi sproni a non nascondere la paglia, a non metterla da parte, a non mimetizzarla sotto le stoffe di un Natale che deve apparire in un certo modo. Sarebbe ipocrisia.  Ma questa mangiatoia è cercata da Dio, è voluta da Dio. Gesù non teme la fragilità degli uomini.
Prego per un Natale diconversione fiduciosa, perché dove arriva Cristo le cose cambiano. Il Signore ha ancora fiducia in noi, ci cerca. Noi, invece, lo cerchiamo?
Sull'invito di Papa Francesco, sollecito la comunità cristiana di Taranto ad essere audace, creativa e coraggiosa per il sostegno di coloro che soffrono. Non c'è sofferenza, sociale, personale, fisica o morale che sia estranea al cuore della Chiesa. Seguendo le strade della Provvidenza che condusse Maria e Giuseppe nella grotta di Betlemme, anche noi, forti solo dell'amore di Dio, portiamo  la Luce del mondo, quella vera, che illumina ogni uomo. Dio ci parla e noi apriamo il cuore per ascoltarlo e per portare la sua voce agli altri.
Voce dei bambini, voce delle donne maltrattate, voce degli ammalati, degli anziani sempre più soli. Papa Francesco nella sua esortazione ci scrive, a cuore aperto: «È indispensabile prestare attenzione per essere vicini a nuove forme di povertà e di fragilità in cuisiamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente, anche se questo apparentemente non ci porta vantaggi tangibili e immediati: i senza tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati» (cfr. EG 210).
Non vi nascondo che spesso, nella società civile ho notato, con rammarico, tante resistenze al dialogo e al confronto, l'arroccamento irrazionale sui trespoli delle proprie opinioni a discapito del bene comune. Così come constato tanta aggressività a piede libero sui social network, dove si ferisce con leggerezza e non si favorisce il dialogo schietto e fraterno.
Il Natale ci aiuti a non fare capolino all'abbruttimento sociale che non è mai giustificabile per motivi economici. Non penso solo all'inquinamento ambientale e alla disoccupazione, penso anche, con sofferenza, al gioco d'azzardo, alle cosiddette “macchinette” in ogni bar e nei tabacchini, al fenomeno dilagante dell'usura, alla criminalità, al fiorire della prostituzione in ogni angolo come se niente fosse.
Il Signore ci renda pronti all'annuncio del suo Vangelo, dia a noi la possibilità di un nuovo umanesimo, che ci faccia comprendere le ragioni del dialogo oltre ogni individualismo.
Solo la comunione ci tirerà fuori qualsiasi tipo di crisi, ristabilirà il valore delle relazioni, sgominerà la violenza.
Cari fratelli e sorelle, il fatto stesso di sapere con certezza che i tarantini sono nei pensieri e nelle preghiere di papa Francesco, deve farci trasalire di gioia e di grande fiducia. Procediamo senza scoraggiarci perché quel “popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse” (Is 9,1).
Vi faccio una promessa. Garantisco la gioia a tutti coloro che con cuore sincero, nella NotteSanta, fiduciosi nel perdono del Padre, stenderanno la mano verso il Figlio, il Bambino di Betlemme, e, sotto l'azione dello Spirito di Dio, sentiranno il bisogno di cambiare vita e chiederanno il dono inesauribile della redenzione. Fatelo e incontrerete la felicità vera.
Vi abbraccio uno ad uno

Il vostro                 
+ Don Filippo,           
arcivescovo di Taranto 
 

Tempo di bilanci ..e di auguri.

Salvatore Pace


Vigilia di Natale , sentire in questi giorni il calore della famiglia , degli amici , delle persone che amiamo è naturale.. i profumi, i suoni , l'atmosfera del Natale sono sensazioni senza tempo. 
Senza tempo perchè sono le stesse per i bambini, essenza di queste festività nelle quali si festeggia per noi Cattolici l'Avvento del Bambino per eccellenza, di Colui che salverà tutti noi immolandosi sulla Croce , ma sono le stesse per noi adulti che, inevitabilmente in questi giorni siamo portati a pensare al passato, quando da bambini eravamo noi ad essere sorpresi dalle luci, da un regalo inspettato, dalla magia del presepe e dal bacio alla statuina di Gesù Bambino nella notte di Natale.

Il Natale , giungendo alla fine dell'anno solare, è però , per tutti noi tempo di bilanci, bilancio familiare , ahimè oramai nota dolente in questi tempi tormentati da una crisi senza precedenti, bilancio aziendale per chi deve tirare le somme dell'andamento della propria impresa e ..perchè no..bilancio Confraternale, che non è soltanto il lavoro del nostro Cassiere e del Collegio dei revisori dei conti, fatto meramente di numeri, ma è anche il bilancio delle attività che hanno visto impegnato il nostro Sodalizio e che ci hanno visti stretti, sempre più uniti e sempre più cementati dall'Amore e dalla Devozione verso la nostra Titolare e il Suo Scapolare. 
E' stato un anno decisamente intenso, che a febbraio è stato scosso, durante i preparativi frenetici dei Riti Pasquali, dalle decisioni del Nostro Arcivescovo Mons. Santoro, che , evidentemente, alla luce della sua breve permanenza nella nostra città, ha sentito il bisogno di capire e di confrontarsi con noi e con la città stessa sulle modalità di organizzazione dei Riti stessi , anno che però si è chiuso con la gioia di vedere le Nostre Cose immutate e con la gioia di capire che il nostro Pastore ha compreso l'amore che tutti noi nutriamo verso le tradizioni secolari del Triduo Pasquale.

Il 2013 ha visto l'organizzazione della tradizionale "Gara" per l'aggiudicazione dei simboli per la prima volta in un luogo storico , quanto simbolico, infatti , l'ex chiesetta sita oggi nel polo universitario di Via Duomo è a due passi da lì dove tutto ebbe inizio, da quel palazzo Calò da dove, oramai 250 anni fa, quasi, le statue del Cristo Morto e dell'Addolorata mossero , per donazione di Don Francesco Antonio Calò, verso la nostra Chiesa, dove avrebbero trovato ospitalità e dove sarebbero diventate, nei secoli, cuore della processione dei Sacri Misteri. 
Durante la Settimana della fede, a ridosso della Settimana Santa , dopo molti anni è stato portato in processione il Crocifisso miracoloso custodito nell'omonima chiesa dai Padri Carmelitani , la nostra Confraternita con alcuni rappresentanti ha partecipato attivamente alla processione stessa  e una squadra composta da 12 confratelli in abito di Rito e a piedi scalzi ha retto sulle spalle il miracoloso simulacro riportandolo "a casa" tra una folla strabocchevole di fedeli che per tutto il percorso si è assiepata per le strade della nostra città.

Altro appuntamento importante è stato il raduno delle Confraternite da Papa Francesco il 5 maggio , occasione per "conoscere" da vicino il nuovo Pontefice e per dimostrare, come di consueto, il decoro del nostro sodalizio presente con un'ordinata e nutrita rappresentanza guidata dal nostro Priore e dal nostro Padre Spirituale.
La festa della nostra Titolare è stata, come di consueto, caratterizzata dall'aggregazione di numerosi novizi e novizie che con il cuore devoto alla Vergine del Carmelo si sono avvicinati attraverso un percorso lungo un anno al nostro Sodalizio , coronando il sogno, con l'imposizione dello Scapolare . Confratelli e Consorelle , i novizi, sempre numerosi e sempre presenti in ogni evento religioso organizzato dalla Confraternita, a loro , va, una menzione e un plauso speciale.
Momenti "salienti" , questi, della vita Confraternale in questo anno che volge al termine , ma tante, veramente tante, sono state le occasioni in cui la nostra Chiesa , i nostri Saloni , la nostra "casa confraternita" ci hanno visto insieme , trepidanti , festanti, emozionati sempre come il primo giorno, graz"sumana sanda", il torneo di calcio a otto e innumerevoli altri.
ie al nostro lungimirante Consiglio di Amministrazione che ha ridato vita alle nostre stanze, grazie al nostro Padre Spirituale che tante volte è stata guida , anche nei momenti più tormentati, con le sue sagge parole e con il suo essere "fratello tra fratelli" . Mi piace qui ricordare una serie di altri appuntamenti dell'anno, quali le assemblee numerose e occasione di confronto, i giovedì sera con l'omaggio al Cristo Morto, appuntamento importante e , oramai radicato, che ci accompagna durante l'anno, la festa per gli auguri di Natale, gli appuntamenti del mercoledì di Quaresima con gli aneddoti di

Ultimo ma non per ultimo, però,  vorrei fare un augurio a queste nostre creature, che hanno preso vita in questo 2013, al sito web e , in particolare, al "nazzecanne nazzecanne" che sono stati , veramente, il regalo che il Priore e il Padre Spirituale , hanno voluto fare a tutti noi, ecco, che diventino per tutti noi il veicolo di condivisione e di unità confraternale, quell'unità di cui abbiamo bisogno sempre e sempre in maniera maggiore per accrescere la forza "buona" che tutti noi insieme riusciamo a sprigionare, quell'energia positiva che un Sodalizio come il nostro può portare al di fuori dei nostri saloni , fuori dalla nostra Chiesa per farci conoscere, per farci apprezzare e per dimostrarci sempre più DECORO DEL CARMELO !
Auguri sorelle e fratelli miei !

domenica 22 dicembre 2013

Il concerto di Natale al Carmine: trent’anni di musica

Olga Galeone
dal Corriere del Giorno del 20/12/2013


Sono trent’anni ormai che si rinnova l’appuntamento con il concerto natalizio nella Chiesa del Carmine. L’allora parroco e Padre Spirituale della Confraternita, don Marco Morrone, propose all’instancabile prof.ssa Anna D’Andria di organizzare un piccolo evento musicale nei giorni immediatamente precedenti il Natale, per festeggiare la ricorrenza. Per quanto ammirasse Anna, probabilmente non pensava sarebbe stata in grado di far interpretare a dei non professionisti brani polifonici impegnativi come l'Hallelujah dall'oratorio Messiah di Georg Friedrich Händel, che è diventato poi parte del repertorio del coro e forse suo cavallo di battaglia. E così ebbe inizio una tradizione, diventata ben presto un atteso appuntamento per la comunità della Confraternita e della Parrocchia, mentre, negli anni si succedevano da allora tre Padri Spirituali – due di loro anche Commissari Arcivescovili della Confraternita – e quattro Priori. L’appuntamento musicale natalizio non è mai venuto meno, quando sotto forma di oratorio, quando di concerto vero e proprio, protagonisti sempre il Coro e l’orchestra del Monte Carmelo. 

Quando si esibì in quel primo concerto, il coro Monte Carmelo era già una realtà ben conosciuta e affermata. Era stato fondato infatti dalla stessa Anna D'Andria in occasione della Quaresima del 1976, sostenuta dall'allora parroco della Chiesa del Carmine e Padre Spirituale della Confraternita, il compianto mons. Luigi Liuzzi, per eseguire le celebri stazioni della Via Crucis del padre Serafino Marinosci. La Prof. D'Andria è diplomata in violino, ha studiato viola, pianoforte e canto ed ha conseguito il compimento medio della scuola di composizione. Con grande pazienza e tanta maestria, la Prof. D'Andria ha insegnato a cantare ai coristi, per la maggior parte non professionisti, che si sono susseguiti nel corso degli anni. Ancora oggi fanno parte del coro Monte Carmelo cantori della formazione originale del 1976, tra i quali la solista Carmen D'Andria. Discorso ben diverso per l’orchestra, costituita tutta da maestri conosciuti e affermati e da promettenti allievi. Alcuni dei maestri di oggi sono ancora quelli della primitiva formazione, allora alunni della stessa Anna D’Andria.

Il repertorio si è arricchito nel corso degli anni, sia di pezzi classici sia di canti della tradizione natalizia. Così, accanto a pezzi di Vivaldi, Benedetto Marcello, Rossini, Verdi, Haendel, Mascagni, trovano posto canti tradizionali come Astro del ciel, Adeste Fideles, le pastorali di S. Alfonso M. de Liguori, e quelle della tradizione tarantina; e trovano posto composizioni moderne entrate ormai nella memoria collettiva, come il White Christmas di Berlin, o come tanti pezzi di don Marco Frisina.


Dal concerto dello scorso 18 dicembre:
Cantique de Noël 
Musica: Adolphe-Charles Adam (1803-1856)
Words: Placide Cappeau (1808-1877)


sabato 21 dicembre 2013

Le note della gioia: il concerto di Natale nella Chiesa del Carmine.

Chiesa del Carmine
18 dicembre 2013

Antonello Battista

In una gremitissima Chiesa del Carmine in una festosa atmosfera natalizia, alla presenza del priore cav. Antonello Papalia e del padre spirituale mons. Marco Gerardo, si è tenuto lo scorso 18 Dicembre il tradizionale concerto di Natale voluto dalla nostra Arciconfraternita ed eseguito dal coro “Monte Carmelo” diretto dalla prof. Anna D’Andria. 

Il coro, accompagnato da una piccola orchestra sinfonica, ha interpretato 12 brani del repertorio classico dei canti natalizi; particolarmente apprezzati dal pubblico sono stati i canti: “Adeste Fideles” che ha aperto il concerto, l’adattamento di Marco Frisina de “Fermarono i Cieli” di S. Alfonso Maria De Liguori, l’ “Alleluja” di Händel,  “La Vergine degli Angeli” e il “Magnificat”, questi ultimi due brani preceduti da una piccola riflessione di mons. Marco Gerardo, la prima sulla dolcezza della protezione del manto amoroso della Vergine e il secondo sulla chiamata che Dio fa a tutti noi, sull’esempio del sì di Maria al Suo progetto di infinita misericordia. Il concerto si è concluso con le “note leggere” di “White Christmas” rivisitata in chiave Jazz in un’affascinate giustapposizione della sezione dei fiati dell’orchestra e la tradizionale pastorale tarantina di Battista, per l’occasione eseguita in chiave sinfonica accompagnata dalle parole del popolare testo adattato alla musica. Particolarmente suggestivo infine, è stato vedere la quasi totalità del pubblico presente intonare le parole della pastorale, ognuno dei presenti in quegli attimi trasportato dalla delicatezza delle note, ha sicuramente rispolverato in un cantuccio della memoria le emozioni oramai assopite dell’animo del fanciullo che in occasione del Natale stilla dai nostri cuori la gioia per la venuta del Salvatore. 

I saluti finali sono stati riservati al priore che oltre a ringraziare la prof. D’Andria e tutti i coristi e musicisti, ha colto l’occasione per fare un plauso  alla consolidata unità delle realtà parrocchiali che in occasioni come queste rendono possibile la realizzazione di eventi culturali e liturgici, soprattutto nei periodi “forti” dell’anno come l’Avvento e la Quaresima. Il suo breve discorso è servito inoltre per presentare alcune attività messe in cantiere dalla nostra Arciconfraternita: in primo luogo ha ufficialmente presentato con un pizzico d’orgoglio per la paternità e l’innovazione del progetto, il “Coordinamento per le attività culturali” coordinato dal vice priore Giovanni Schinaia, che curerà il nuovo sito web dell’Arciconfraternita e la rinata testata di “NazzecànneNazzecànne” in questa sua nuova edizione on-line.

Con la creazione di questo “Coordinamento”, così come ha spiegato il priore, si è voluto rendere accessibile e trasparente a tutti il nostro sodalizio e le sue attività sia liturgiche, sia culturali e sia benefiche, per dare una risposta concreta a tutta l’opinione pubblica ed in particolare a quella parte di opinione pubblica che da sempre denigra le nostre attività e la nostra storia e si fa voce di ogni sorta di maldicenza sulla nostra integrità e correttezza, inoltre questo organo di divulgazione sarà utile a far comprendere a tutti che dietro il benemerito titolo della nostra Arciconfraternita ci sono uomini e donne, confratelli e consorelle animati dal fervore cristiano per il culto della. B.V Maria del Monte Carmelo, nostra titolare, e per le  secolari tradizioni della nostra sofferente città; uomini e donne fedeli e che devotamente aderiscono al Vangelo ed alla sequela di Nostro Signore Gesù Cristo. 
A proposito dell’intento culturale di questa nuova realtà confraternale, il cav. Papalia ha preannunciato in anteprima alcuni impegni culturali del “Coordinamento”, come alcuni speciali che verranno curati nei prossimi mesi, sulla ricerca storica e sulla celebrazione del 250° anniversario della donazione da parte dei Calò al nostro sodalizio delle due statue storiche di Gesù Morto e dell’Addolorata.

Il Priore ha spiegato infine il motivo della scelta dello stemma che ultimamente è utilizzato nei documenti dell’Arciconfraternita, asserendo la maggiore antichità di quest’ultimo su tutti gli altri utilizzati, questo simbolo carmelitano è pertanto quello presente nei fregi presenti in alto a destra e a sinistra nell’abside della chiesa, terminati nel 1901 ma comunque già presenti sin dagli ultimi anni del XIX secolo. 
L’iniziativa come sempre ha avuto un’enorme successo come ha dimostrato la massiccia presenza di pubblico intervenuto.  L’attaccamento dei confratelli e della consorelle, di tutti i parrocchiani e non solo per le attività proposte dalla nostra Arciconfraternita ed in particolare per questa del tradizionale concerto natalizio, è il segno tangibile di come il canto sia innanzitutto strumento di preghiera, che affascina con le soavi note e che in occasione del Natale addolciscono l’anima e inteneriscono il cuore per far spazio alla speranza e alla gioia per un Dio che si fa uomo e viene a dimorare tra noi.

venerdì 20 dicembre 2013

Centenario dell'effige della Titolare della Confraternita S. Maria del Carmine di Talsano

Luisa Marturano



In occasione del centenario della Madonna del Carmine di Talsano, si è svolto un pellegrinaggio del simulacro dal 30 ottobre al 24 novembre 2013.

La venerata effige della Confraternita del Carmine di Talsano ha visitato anche la nostra parrocchia dal 8 al 10 novembre.

L'8 novembre è stata accolta nella chiesa del Carmine ti Taranto al termine della processione iniziata dall'Istituto Maria Immacolata alla quale hanno partecipato Mons. Marco Gerardo, consorelle e confratelli delle confraternite di Talsano e Taranto e i rispettivi priori Domenico Curci e Antonello Papalia.











Dopo una serie di celebrazioni in altre comunità parrocchiali (Santi Medici di Taranto e San Donato di Talsano), la sera del 21 novembre, il simulacro è giunto al santuario di Nostra Signora di Fatima, accolta dal parroco Don Emanuele Ferro.

Domenica 24 novembre è stata celebrata la messa eucaristica alla quale hanno preso parte tutti i sacerdoti, i priori e le diverse realtà parrocchiali che hanno ospitato la venerata immagine. Ha avuto così seguito la processione per le vie di Talsano che giungendo alla Chiesa del Carmine, è terminata con il saluto del Padre Spirituale Don Danilo Minosa.

Questo evento ha dato modo alla nostra confraternita di condividere con quella di Talsano sentimenti di fraterna devozione mariana e momenti di vita comunitaria.



sabato 14 dicembre 2013

Bentornato “Nazzecanne”

Salvatore Pace


Ero novizio, sedicenne, pesavo ahime’ molti kg di meno, correva il 1988, e nel mondo venivano rispettivamente eletti presidenti degli USA e dell’URRS George Bush e Michail Gorbaciov, l’incidente di Ramstein falcidiava la pattuglia acrobatica delle frecce tricolori, la DC in Italia vinceva le elezioni politiche e il papa, Giovanni Paolo II, scriveva l’enciclica “Mulieris Dignitatem.”

A Taranto , nei locali della Confraternita, alla quale mi ero iscritto l’anno prima, alcuni confratelli volenterosi, guidati dall’allora segretario Franco Zito coadiuvato da Antonio Mancarella, l’attuale cassiere, si inventavano un mensile dal titolo inequivocabile “nazzecanne nazzecanne” .
Ben presto questi pochi fogli ciclostilati , dattiloscritti, con articoli che spaziavano dalla celebrazione delle ricorrenze religiose alla cronaca, ad esempio, dei nostri riti sino alla rubrica riguardante gli eventi lieti e tristi che vedevano coinvolti i confratelli , diventò un vero punto di riferimento in congrega , riuscendo a far ripopolare i saloni del sodalizio dai confratelli che, con la scusa di ritirare il numero di Nazzecanne, si intrattenevano per due chiacchiere scambiando opinioni e producendo, a volte inconsapevolmente , materiale utile al numero successivo del giornalino .
La storia, è andata avanti per anni e anni, tra alti e bassi, trasformando quei fogli ciclostilati in carta patinata ed ospitando, nel corso del tempo, articoli riguardanti avvenimenti importantissimi che hanno segnato la vita confraternale a cavallo del cambio di secolo.

Per motivi, su cui inutile sarebbe soffermarsi, la vita di quella che era diventata la voce della congrega ad un certo punto ha cessato di esistere e, sfido a smentirmi, la cosa ha colpito tutti, ma proprio tutti , i confratelli che più volte e ripetutamente in questi anni di silenzio hanno proposto ai membri del consiglio di creare nuovamente un giornale del nostro sodalizio.

Bene, la lungimiranza dell’attuale Priore e di tutto il Consiglio di Amministrazione, ha fatto si che oggi, nella forma più attuale del “giornale online”, con una squadra di “redattori” del tutto rinnovata e con lo spirito propositivo che da due anni aleggia nei saloni di “casa confraternita”, il nostro “nazzecanne nazzecanne” possa rinascere per essere fruito al meglio da tutti gli appartenenti alla Confraternita del Carmine.


Il progetto rientra in quello più ampio della creazione del sito internet ufficiale dell’Arciconfraternita del Carmine, voluto fortemente dal priore cav. Antonello Papalia in un’ottica di adeguamento ai tempi moderni delle tradizioni e della passione che anima il nostro sodalizio.

Sito e testata saranno fruibili, si spera, da parte di tutti i confratelli e di tutte le consorelle, i cui consigli saranno preziosi per ottimizzare ciò che l’ala “operativa”, coordinata dal vice priore Giovanni Schinaia, persona esperta e di provato spessore culturale e dal sottoscritto, in maniera pronta ed entusiasta sta andando a creare. La formula del giornale online, inoltre, permetterà alla nostra voce di raggiungere quei confratelli e quelle consorelle che, per i più svariati motivi sono lontani da Taranto .

Quindi che dire , in bocca al lupo Nazzecanne, e che anche questo sia veicolo per trasmettere a quante più persone possibile, l’amore che nutriamo nei confronti della B.V. del Monte Carmelo sotto la cui stella muoviamo tutti i nostri passi.

Decor fratelli.


Copyright © 2014 Alessandro Della Queva prove