venerdì 17 luglio 2015

Diventare Confratello

Luciachiara Palumbo 
Il caldo inizia a farsi sentire alle sette del mattino… Tutti lo avvertono, non io però che ho appena preso sonno dopo una notte di pensieri. Solo un quarto d’ora per riposare gli occhi e suona subito il cellulare… Realizzo allora che il momento è arrivato, che dopo un cammino di otto mesi questi novizi, considerati un po’ come miei compagni dato che ho seguito la loro preparazione, indosseranno l’abito di rito. 

Il cuore inizia a battere all’impazzata e lo stomaco vuole parlare anche lui, corro avanti e indietro per la casa controllando che la valigia del mio confratello sia a posto. Dai messaggi ricevuti noto la sua commozione, la sua emozione e la sua voglia immensa di stringersi in quel panno color crema e anche io guardo l’orologio sperando che il tempo passi veloce per poter stringere quei guanti bianchi. 

Scendiamo da casa, io con la mozzetta e lui con la valigia e silenziosi ci dirigiamo al Carmine… la nostra preghiera è già iniziata. Lo lascio alla porta della sagrestia ed entro in Chiesa per prendere alcuni posti… La Chiesa è rovente e come in tutti i giorni della novena tantissime donne agitano il ventaglio per muovere quell’aria che manca e che oggi proprio non ci vuole essere.

E mentre una fiumana di gente inonda la nostra piccola casa io prendo posto sull’altare del coro. Le mani tremano e non riesco neanche a reggere lo spartito, chiedo aiuto a mia madre che subito mi prepara il canto.

 La Mamma è bellissima e sembra che sulle labbra si sia diffuso un sorriso più grande, la luce del volto nasconde le lacrime di tutti coloro che stanno per aggregarsi e che con fatica stanno cercando di indossare tutto al meglio. E poi… vuoto… inizio a piangere mentre tanti camici bianchi percorrono la navata principale. Non riesco a calmarmi se non quando scompare per andarsi a sistemare meglio… ecco il mio sogno si è realizzato, adesso ho tutto ciò che potevo volere. 

Dopo l’aggregazione la celebrazione scorre tranquillamente e al termine mi carico di nuovo la mozzetta per andare a casa. Qualche ora di riposo e anche io posso indossare di nuovo il mio scapolare. Raggiungo il Ss Crocifisso aspettando che escano tutti e che si posizionino per andare al Carmine. 

Al lato della strada dove di solito c’era lui mentre io pregavo in processione ora ci sono io e ciò mi riempie di emozione… Durante i vespri ci sediamo vicini e gli sistemo tutto ciò che sta già benissimo ma che è necessario abbia il mio tocco finale. Un abbraccio e prendo posto tra le consorelle… Il cammino è duro, lungo e caldo.. Ho un mancamento ed esco piangendo perché è la nostra prima processione, perché voglio stare con Mamma.

Con i dolori e molta testardaggine rientro nel corteo e al momento dei fuochi scattiamo la foto in abito di rito, la famosa foto che ci accompagnerà per sempre… Guardo quell’ultimo tratto di Via D’Aquino e nonostante il calore della giornata vorrei che ricominciasse tutto di nuovo. Rientro in Chiesa, mi allineo alla sua spalla sull’altare della Madonna del Carmine ed insieme la salutiamo mentre bella più che mai torna a casa sua, a casa nostra…

Mamma tenerissima grazie… Grazie per le lacrime, grazie per i sorrisi, grazie per il caldo e per il freddo, per il sole e per il buio, per la gioia e per il dolore… Tu stella del mattino ci annunci il buongiorno perché le giornate belle o brutte che siano riflettono sempre e comunque quel tuo volto. Nelle prossime notti come fai con me da ormai due anni, siediti sul letto dei tuoi nuovi figli e accarezza loro i capelli e il volto… Non si sentiranno mai più soli… Decor

La sua festa per la gioia dei nostri cuori.

Mattia Giorno

E così, anche quest’anno, come da consuetudine, abbiamo preso parte ai solenni festeggiamenti in onore della Beata Vergine del Monte Carmelo.

Sin dai primi giorni di luglio era possibile percepire l’aria di giubilo che circondava l’Arciconfraternita ed i confratelli tutti, pronti per celebrare l’atteso sbocciare del “Fiore del Carmelo”.

Insieme, come una vera famiglia, abbiamo accompagnato festosi per le vie della nostra città il simulacro della nostra Titolare che, come sempre, ha elargito le sue benedizioni al festante popolo di Dio.

Qualche variazione di percorso, comunicata ormai da tempo, ha reso la processione del 2015 diversa ed a tratti più suggestiva. Uno scenario nuovo che ci ha portati a percorre la strada in senso opposto, per giungere sino ai piedi del Castello Aragonese, dove in Sua compagnia, abbiamo assistito al tradizionale spettacolo pirotecnico organizzato dalla nostra Congrega, per concludere in bellezza la festa della nostra venerata Mamma.


Quanti sorrisi abbiamo potuto scorgere lungo i marciapiedi di Via Anfiteatro, semplici fedeli accorsi ad ammirare e pregare la nostra Vergine; sorrisi di gioia, di serenità ed affetto che ogni anno, in quel 16 di luglio, riempiono i nostri cuori.

Una comunità, e consentitemi di aggiungere mondiale, che in questo giorno solenne si dedica interamente a Lei. In ogni dove su questa Terra è stata invocata per chiedere protezione e Lei, come una vera madre, ha accolto ancora una volta tutti i fedeli tra le Sue amabili braccia.

Anche noi tarantini, che più degli altri siamo legati alle usanze che la nostra terra ci ha trasmesso, non abbiamo perso l’occasione per onorarLa.

Più di due secoli di tradizione, una storia che ormai sembra impossibile da interrompere. In questo anno così particolare, in cui abbiamo celebrato una ricorrenza importante come quella della “donazione”, ci siamo trovati dinanzi a tanti cambiamenti, che se pur soggettivi nel merito del giudizio, hanno portato un rinnovamento nella fede ed un maggior attaccamento alle ricorrenze religiose della nostra cultura.

Nel giorno della Sua festa i nostri cuori hanno gioito con Lei, domandando ancora una volta, a chiusura di questo anno sociale, che continui ad essere Vergine e Madre del nostro sodalizio a cui, come ha ricordato Don Marco nella breve omelia dei Vespri, dovremmo appartenere con orgoglio.

Ed ora, per concludere, vorrei porgere i miei auguri, e mi permetto di aggiungere ad i miei personali anche quelli di tutta la comunità carmelitana, a tutti i novizi che ieri si sono degnati di indossare per la prima volta il nostro Sacro Scapolare. Sappiate onorare quello che in apparenza sembra un pezzo di stoffa ma che raccoglie in sé anni di fede e tradizioni. La famiglia del Carmelo vi accoglie come fratelli e sorelle, perche anche voi possiate essere testimoni della grandezza dell’amore di Cristo.

A tutti i confratelli e le consorelle un sentito ringraziamento per avere seguito anche quest’anno il nostro piccolo blog “NazzecanneNazzecanne”. Abbiamo provato a trasmettervi le nostre emozioni ed i nostri pareri. Chiudiamo in bellezza con la festa della nostra Titolare e vi diamo appuntamento al prossimo anno sociale, per continuare ad occupare qualche minuto delle vostre giornate.

Al Priore, al Consiglio ed al Padre Spirituale, i massimi ringraziamenti per averci accompagnati ancora una volta verso un percorso di fede ricco di emozioni, tra preghiere, novità e storia.

Affidiamoci alla Vergine del Carmelo, perché salvi con lo Scapolare i nostri fratelli defunti, accompagni i malati nelle loro sofferenze, doni a tutti noi la forza di affrontare le insidie della vita per renderci forti testimoni del mistero eucaristico e perché aiuti la nostra amata città, che tanto le è fedele.

“Nell’incertezza dacci consiglio, nella sventura, dal cielo impetra consolazione. Madre e Signora del tuo Carmelo, di quella gioia che ti rapisce sazia i cuori. O chiave e porta del Paradiso, fa’ che giungiamo dove di gloria sei coronata.” (Flos Carmeli)

Decor.



giovedì 16 luglio 2015

I nostri primi 40 anni

Umberto de Angelis

Sembra ieri, quando quasi quindicenne mi preparavo a diventare novizio. Era il 1975, il mese di Giugno dopo la fine della scuola lo avevo trascorso indaffarato nel preparare i documenti necessari da presentare per l’iscrizione alla Confraternita. Alcuni pomeriggi in oratorio per partecipare agli incontri “intensivi” di preparazione all’aggregazione e finalmente il 2 Luglio la notizia che eravamo stati ammessi all’aggregazione. Passarono altre due settimane dedicate all’acquisto dell’abito, degli accessori e alle prove per l’aggregazione del 16 Luglio.

Avevo maturato da tempo il desiderio di iscrivermi ma volevo trovare un amico con cui condividere la stessa “vocazione”. Mario, un mio compagno di classe, sapeva delle mie intenzioni, ne parlavo con tutti i miei amici e compagni di scuola già da tempo. 

Un giorno di Maggio, prima della fine della scuola, mi disse che suo fratello Giacinto, che conoscevo per le partite di calcio che organizzavamo tra noi amici, aveva espresso lo stesso desiderio, anche lui voleva diventare confratello del Carmine. Una breve telefonata ed un’ora dopo eravamo già in Segreteria per prendere le informazioni sulle pratiche per aggregarsi.

Anche in quegli anni ricordo vivevamo in Italia, dal punto di vista economico, un periodo non favorevole dopo la famosa crisi petrolifera, con gli inevitabili strascichi sulla vita sociale. C’erano tensioni sociali con l’inizio dei primi “anni di piombo” e anche dal punto di vista religioso c’era un clima di tiepida partecipazione. Anche le iscrizioni degli aspiranti nei primi anni ’70 non erano molte. Quell’anno invece ci fu un’inversione di tendenza e il gruppo degli aspiranti fu più numeroso del solito. Agli incontri conobbi altri nuovi iscritti “piccoli” come noi e si creò subito un buon clima di amicizia.

Per me giovanissimo la Confraternita vista dall’esterno aveva un aspetto austero e mi sembrava frequentata per la maggior parte da confratelli molto più grandi di noi. All’inizio, salire le scale per arrivare in Segreteria metteva una certa soggezione, almeno per me che ero abbastanza timido.

Ma lentamente frequentando quelle stanze e quei saloni, ma soprattutto conoscendo le persone che ci guidavano nel nostro percorso di preparazione tutto cambiò, tutto divenne più familiare. Il padre spirituale, don Luigi, il Priore “l’Avvocato”, il Segretario “don Ciccio” Mignogna, il dott. Picardi, ma in particolare Franco Pizzolla (allora Economo) e il Maestro dei Novizi Nicola De Giorgio mi furono particolarmente vicini, di loro ho un bellissimo ricordo e nel tempo sono stati per me un riferimento.

Di molti di quei ragazzi ricordo ancora il nome: Giulio, Antonio, Cosimo, Felice, Sebastiano,….., di altri il cognome. Negli anni con qualcuno ci siamo rivisti durante i momenti di partecipazione comunitaria o nelle processioni, magari con qualche chilo in più e qualche capello grigio in testa.

E quest’anno, in questa particolare ricorrenza del 40° di aggregazione mi piacerebbe che, per ringraziare la nostra Titolare che ci protegge sotto il Suo manto, potessimo tutti scambiarci gli Auguri in Abito di Rito durante la partecipazione alla processione del 16 Luglio.

Avvicinandoci alla Festa della nostra Titolare, colgo anche l’occasione per augurare a tutti i prossimi aggregati 2015, confratelli e consorelle, di poter vivere intensamente la vita di comunione fraterna e di poter raggiungere e superare traguardi importanti, come quello raggiunto da noi novizi del 1975, tenendo sempre vivo il ricordo della loro aggregazione e degli amici che con loro riceveranno lo Scapolare.

Semper Decor Carmeli.



La serata di ieri..

Claudio Capraro

Nella tarda, e calda, serata della vigilia della grande festa della Beata Vergine del Monte Carmelo, nell’ultimo giorno della Novena, si è svolta una manifestazione musicale che ha coinvolto gli iscritti all’Arciconfraternita oltre i numerosi passanti a spasso nel dopo cena alla ricerca di un po’ di fresco per le vie del centro cittadino.
Salvatore Russo Gypsy jazz Trio


Nella piazza che topograficamente porta il nome del Santo Papa Giovanni XXIII, ma che per tutti quanti noi confratelli e cataldiani è piazza Carmine, successivamente alla funzione religiosa che ha visto l’aggregazione delle nuove consorelle al nostro pio Sodalizio, sono saliti sul palco gli Everything Rose che hanno reso il loro “Omaggio a Rossini”.

 Il trio musicale composto da violino, chitarra e flauto traverso ha eseguito, rivisitandole, alcune celebri arie del maestro pesarese autore, tra le altre, di opere come “Il barbiere di Siviglia”, “Guglielmo Tell”, “L’italiana in Algeri”, “La gazza ladra” o ancora il molto noto “Stabat Mater”. 

L’opera che sicuramente tocca maggiormente da vicino noi confratelli, particolarmente in questi giorni di vigilia della festa della nostra Mamma del Carmine, è il “Mosè in Egitto” la cui marcia accompagna l’uscita del simulacro della Vergine Santissima, motivo noto a tutti e che è fisso in ogni processione festosa che si svolge nel nostro territorio, ma probabilmente in tutto il meridione d’Italia.

Successivamente hanno preso posto sul palco i Gypsy Jazz Trio, band capitanata da Salvatore Russo che esegue una particolare versione di Jazz, definito appunto gypsy (gitano) molto in voga a Parigi ed in Francia nel secolo passato. Si è trattato di un concerto molto raffinato riservato sì ad intenditori, ma apprezzato in maniera calorosa da tutta la platea.

Al termine della serata, dopo i ringraziamenti di routine, l’appuntamento è stato dato per il giorno successivo, il 16 luglio giorno che tutti noi confratelli del Carmine aspettiamo per festeggiare e portare la nostra Mamma in giro per la città. Un giro differente quest’anno per le condivisibili ragioni spiegate egregiamente dal Priore Antonello Papalia.

Tutti a casa quindi. Per molti la giornata di domani partirà nel pomeriggio, per altri invece dopo una notte probabilmente insonne, colazione veloce e appuntamento al mattino in oratorio: abito stirato, mozzetta mai indossata, mani che tremano e cuore che batte forte.

Auguri a tutti ai novizi e a chi non lo è più. Alle consorelle ed ai confratelli. Auguri a tutti. Auguri alla nostra famiglia, è la festa della nostra Mamma.

Il 15 Luglio

Valeria Malchnekt

Con i vespri del 15 luglio, si entra ufficialmente nella Solennità di Maria S.S. del Monte Carmelo e la nostra Arciconfraternita accoglie con gioia le nuove consorelle.
La cerimonia di aggregazione quest’anno non si svolge in Chiesa e, per questo, viene preceduta dalla traslazione della nostra Titolare in piazza Giovanni XXIII, meglio conosciuta dai tarantini come piazza Carmine.


Questo giorno, come tanti altri che hanno riguardato la mia personale vita confraternale, è tutto un groviglio di emozioni.
Inevitabilmente, la mia mente torna indietro a due anni fa quando, in quel ”mio” 15 luglio, ho ricevuto il Santo Scapolare. 

Il mio Scapolare.
Non dirò (per l’ennesima volta) che è stato emozionante. Troppo scontato. Questa volta mi limito a ricordare il momento in cui, camminando verso l’altare, sono andata incontro a Lei, con fiducioso abbandono… “eccomi, eccomi, Signore io vengo…”.
Lo Scapolare che mi è stato affidato e donato mi ha avvolto in un abbraccio che mi accompagna ancora adesso e che sento sempre con me, anche quando materialmente non lo indosso.
Da quel giorno, sento di avere una Madre amorevole che mi protegge ed in cui so di poter confidare.

Tornata al presente, attendo che tutto inizi.
I confratelli portatori faranno le prove delle sdanghe per la processione ed io, oggi, aspetto di vedere la Madonna uscire dalla Chiesa perché, per la prima volta, sarà mio padre a portarla.
Lui che, nell’ultimo periodo in particolare modo, si è aggrappato al suo mantello ed ha invocato la sua  protezione, ora Le chiede, quasi a voler ricambiare, di affidarsi alla sua spalla.

Ed il mio pensiero, infine, va a te nuova (con)sorella.Benvenuta!
Anche a te oggi viene donato lo Scapolare. Onore ed onere, privilegio e vanto, tesoro da difendere e custodire.
Questo giorno è un giorno di nascita. Ma, diversamente dai neonati, questa volta si è consapevoli di quello per cui siamo chiamati a nascere, perché è frutto di una nostra libera scelta.
La scelta di vestire lo Scapolare, di portarlo con decoro, di rispettarlo e di accudirlo, segno di appartenenza ad una nuova Madre. La Madre.
Questo cordone ombelicale non sarà mai tagliato e nulla potrà scalfire il legame che ti unisce e ci unisce a Lei.

I solenni festeggiamenti della nostra Titolare hanno ufficialmente inizio.
Buona festa a tutti noi…
Decor


mercoledì 15 luglio 2015

Il concerto della Fanfara del Comando Marittimo Sud della Marina Militare.

Antonello Battista

Nel tradizionale cartellone di avvenimenti collaterali ai festeggiamenti religiosi della Beata Vergine del Monte Carmelo titolare della nostra Arciconfraternita, si è tenuto in piazza Carmine nella serata del 14 Luglio il concerto della Fanfara del Comando Marittimo Sud della Marina Militare diretta dal M° Primo Maresciallo Luogotenente Saverio Cataldo Mele e con la partecipazione del tenore Giovanni Nasti che si è magistralmente esibito nelle parti cantate delle composizioni, la serata è stata presentata dal Cav. Francesco Tamburrini, segretario dell’Arciconfraternita.

 L’occasione è stata il giusto palcoscenico per una così autorevole collaborazione tra il nostro sodalizio e la Marina Militare, così legata alla nostra città e così attenta alle realtà del tessuto sociale cittadino di cui noi siamo un’importante componente.

La Fanfara trae origini dalla Banda Centrale della Marina Militare quando, nel 1991, quest’ultima venne trasferita nella sede di Roma portando al seguito l’80% dei Sottufficiali che ne facevano parte. Oggi la Fanfara del Comando Marittimo Sud di Taranto si compone di validissimi musicisti inquadrati nei ruoli di Sottufficiali e Truppa, tutti in Servizio Permanente, diplomati o comunque provenienti da Conservatori ed Istituti Musicali Nazionali, la cui direzione è affidata al Maestro Primo Maresciallo Luogotenente Saverio Cataldo Mele. 

La Fanfara è alle dipendenze del Comando Marittimo Sud di Taranto e svolge per conto dell’Amministrazione, attività di promozione e rappresentanza conservando, pertanto, le tradizioni centenarie dei corpi Musicali delle Forze Armate, seguitando a pubblicizzare la Marina Militare in ogni manifestazione nell’intera giurisdizione, nonché in numerose occasioni quando richiesto dallo Stato Maggiore.

Nonostante l’afoso caldo di Luglio non è mancata la numerosa presenza dei confratelli e di tutta la cittadinanza, che ha potuto godere di un ottimo spettacolo musicale garantito come sempre dalla professionalità della Fanfara del Comando Marittimo Sud della Marina Militare, garanzia di autorevolezza e perfezione nell’esecuzione musicale.

La ricca scaletta musicale dell’evento ha previsto l’esecuzione di famosi brani lirici e non solo, riadattati per l’esecuzione di un complesso bandistico, dall’ouverture con il doveroso omaggio alla Patria con l’Inno Nazionale, ai più conosciuti brani di Verdi e Puccini, sino alle composizioni più “pop” di artisti come Il Volo ed Hans Zimmer, da sottolineare anche l’esecuzione di una composizione intitolata “Taranto” dell’indimenticato M° Vittorio Manente, già direttore della Banda Centrale della Marina Militare ed amante della nostra città e delle nostre tradizioni, che nel suo ricchissimo repertorio compositivo ci ha lasciato in eredità le struggenti note di alcune marce funebri, entrate a pieno titolo nel repertorio tarantino delle composizioni per la Settimana Santa.

Il programma di avvenimenti durante la novena in onore della Vergine è ricco come ogni anno di tradizionali eventi, come le premiazioni delle borse di studio e delle stelle d’oro per i confratelli, che sono la giusta circostanza per ritrovarsi scambiare, due chiacchiere e perché no, anche se può sembrare strano, prematuro o anacronistico, proiettarsi già qualche mese in avanti ed abbozzare qualche piccolo progetto per la successiva Settimana Santa. 

In ogni modo i festeggiamenti per la nostra Titolare rappresentano la degna conclusione di un anno spirituale ed associativo vissuto come sempre con intensità d’animo e spirito cristiano, maggiormente quest’ultimo che ha visto l’Arciconfraternita impegnata nel meraviglioso spettacolo di fede e di popolo del ritorno dei Misteri in Città Vecchia e la conclusione dell’Anno Giubilare straordinario nel 250° della donazione dei Calò.

Ph Leopoldo Vitale , Davide D'Andria 

lunedì 6 luglio 2015

Luglio..un mese da viver con Lei.

Mattia Giorno 

Il mese di luglio, per tradizione il più caro alla famiglia carmelitana, è uno dei mesi più attesi dell’anno. L’estate ha ormai fatto il suo ingresso, le scuole sono già finite, tranne per quei ragazzi che ancora sono alle prese con la maturità, le università si avviano versa la parte finale della cosiddetta “sessione estiva”, e la maggior parte delle famiglie si appresta a vivere le tanto attese ferie estive tra sole, mare, viaggi e relax.


In tutto ciò bisogna però aggiungere una particolare componente della nostra società, quella del Carmelo, che proprio nel mese di luglio vive la sua massima espressione di fede nei festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

Questa festa, tanto cara a confratelli e consorelle, oltre che a molti fedeli non appartenenti all’ordine carmelitano, è ormai parte sana delle nostre affaccendate vite quotidiane.

Provate un po’ ad immaginare cosa sarebbe del mese di luglio se ad esso non fosse legata questa solenne festività. Cercate di pensare a quella calda ed afosa giornata senza la processione, senza il rito di aggregazione e senza la Santa Messa a Lei dedicata; per me sarebbe vuota, come vuoto apparirebbe l’intero mese.

Proprio così, ne sarebbe sofferente l’intero mese perché, un po’ come accade per la Settimana Santa, anche se in maniera minore, la maggior parte di noi ha già riposto le sue preghiere in Lei, ha già voltato tutti i suoi pensieri verso quella che sarà la festa della nostra Titolare. Ne parliamo ogni giorno, ci pensiamo a mare, sul lavoro, la attendiamo con trepidazione e, una volta vissuta, ne parleremo ancora ed ancora almeno sino all’apertura del nuovo anno sociale.

In tutto questo andirivieni di pensieri e di idee su come la festa di quest’anno sarà, lo stesso anno in cui abbiamo omaggiato l’anniversario della donazione Calò, non posso che non pensare a quei giovani che con fierezza entreranno a far parte della nostra comunità. Ricordo ancora e bene, d’altronde chi potrebbe dimenticarsene, il momento della mia aggregazione. Ricordo le ansie e le paure, ricordo le lacrime di gioia di mia madre e di mia nonna, e ricordo la mia felicità dopo aver ricevuto lo scapolare, dove aver coperto le mie spalle con quel soave e leggero nastro che porta in sé il valore più profondo del nostro venerabile sodalizio.


Quella mattina la chiesa sarà affollata, come ogni anno, come il pomeriggio di quello stesso giorno. Tutti ci ritroveremo in quella piazza, con l’abito di rito indossato, pronti per portare festosi per le vie della nostra città la nostra Mamma e nostra protettrice. Quanto lucenti saranno i Suoi boccoli d’oro, quanto la Sua corona; luce splenderà dalle stelle del Suo vestito ed il Suo scapolare, solo Dio sa quante anime ha salvato. Quel Bambinello portato in mano, tra gioie e sofferenze, con le Sue benedizioni proteggerà ancora la nostra città e la nostra famiglia carmelitana che mai si stancherà di pregarLo sotto il titolo di Maria, un po’ del Carmelo ed un po’ Addolorata.

Il mese di luglio ha ormai intrapreso il suo corso naturale, e con esso, anche i preparativi per la sua ricorrenza più importante, perché dentro di noi sappiamo quanto tutto ciò che abbiamo è legato a Lei. Storie, tradizioni, preghiere e riti, cosa saremmo oggi se nei secoli non avessimo invocato la Regina del Carmelo?

Chi segue le attività della Confraternita con costanza ed impegno conosce bene i sacrifici ed il tempo che serve per essere al servizio della Congrega, spesso questo risulta anche difficile ma la Confraternita conosce bene gli impegni dei suoi iscritti. E Lei, Lei non conosce solo gli impegni, Lei conosce tutti noi, uno ad uno, ci conosce dal più banale dei nostri pensieri a quelli incisi nel profondo dei nostri cuori. Lei si dedica a noi con amore materno in ogni momento della nostra vita, in ogni momento della nostra giornata e noi, cosa possiamo per ringraziarLa di questo amore non umano ed incalcolabile?


Possiamo renderla Regina dei nostri cuori ancor di più, possiamo e dobbiamo renderla Madre di speranza per il nostro prossimo e per la nostra città. Possiamo stringerci a Lei ed invocarla ogni volta che vogliamo ma per una volta, nel giorno della sua ricorrenza, è Lei che chiama noi per accompagnarla festosa tra il popolo di Dio, stavolta senza considerare impegni ed ostacoli.

Non disperdiamo almeno in quel giorno a noi tanto caro il vincolo di appartenenza alla nostra Arciconfratenita. Mettiamo da parte pregiudizi, liti e pensieri, lasciamoci dietro le incomprensioni e portiamoLa tutti assieme, nella Sua processione, ad elargire le Sue benedizioni e le Sue grazie nel nome del decoro del Carmelo che è ormai impresso nelle nostre anime carmelitane e che mai ci stancheremo di mostrare con fede e dedizione. Prosit.


Ph. Federica Carbotti per portodimareter

domenica 5 luglio 2015

..in attesa della festa

Valeria Malknecht

È una calda, anzi, caldissima giornata di inizio luglio.

Le previsioni del tempo dicono che nei prossimi giorni le temperature continueranno ad alzarsi e penso a chi sta già pregustando, in questi giorni, la tanto attesa e meritata vacanza.

I giorni sul mio calendario scorrono troppo lenti e, allo stesso tempo, galoppano veloci.

Fra le scadenze di lavoro ed i vari impegni, c’è una data cerchiata con un pennarello rosso ed un cuore. È il 16 luglio.

Sì, perché luglio è il mese della Madonna del Carmine. È il mese della festa della mia Titolare.

Quando si parla di festa, si sa, la parte più bella da vivere a volte è proprio la sua attesa, un po’ come accade per la Settimana Santa.

La si avverte proprio nell’aria ed ogni anno profuma di qualcosa di nuovo.

Ed il bello è che questa sensazione di attesa, di fermento, accomuna tanti, pur nelle diveristà.

Penso a te che ti sei trasferito per lavoro e che magari il 16 luglio non potrai essere a Taranto.

Nonostante la distanza, l’attesa la stai vivendo anche tu e, quel giorno, il tuo pensiero andrà a Lei. E sarà come se fossi qui.

Penso a te che quest’anno sei tornato e potrai indossare ancora una volta il tuo Scapolare, da troppo tempo riposto e di cui hai sentito profondamente la mancanza, ma da cui non ti sei mai distaccato.

Specie nei momenti più duri in cui la lontananza ti ha fatto soffrire tanto ed in cui, più di una volta, hai pensato con amarezza ed impotenza “questo è il primo anno in cui non mi vesto”.

I pensieri di un anno fa non sono dimenticati, ma oggi sono superati dalla soddisfazione di esserci e di poterti ritrovare, davanti a quella Madre, per dirLe grazie.

Penso a te, che riceverai quest’anno lo Scapolare e che stai fantasticando su come sarà quel giorno, su cosa proverai in quel momento. Fidati, vivere quegli istanti supera di gran lunga ogni immaginazione. Per te l’attesa è quasi estenuante perché passa troppo lenta e pare che quel giorno non si voglia decidere ad arrivare.

Penso a te, che stai organizzando la festa già da molto tempo e che desideri che tutto sia perfetto e bellissimo. Per te, invece, i giorni dell’attesa scorrono fin troppo in fretta e vorresti ancora qualche giorno di tempo.

Penso a te che quest’anno parteciperai alla processione per ringraziare la Madonna della Sua continua e materna protezione. La ringrazierai per il dono di un figlio, per un posto di lavoro trovato, per un intervento chirurgico riuscito, per le grazie ricevute sulle intenzioni che ogni giorno riponiamo ai piedi del Suo Scapolare.

Penso a te che quest’anno hai sofferto la perdita di qualcuno che ti è stato strappato via troppo in fretta. Chiederai alla Madonna di essere ancora più forte, per te e per chi ti sta intorno, e la ringrazierai dei doni che, nonostante il dolore, continua a farti quotidianamente: l’amore, l’amicizia, la famiglia.

Infine penso a tutti noi, confratelli e consorelle, che ancora una volta avremo il privilegio di accompagnare per le strade del borgo la nostra amata Titolare. I nostri Scapolari, insieme al Suo, cammineranno insieme in segno di devozione e di amore.

Con la cura di un figlio adulto che accompagna la propria madre sostenendola con il suo abbraccio ed insieme la semplicità di un bimbo che cerca la mano della mamma e che si affida totalmente a lei per poter continuare a camminare.


Vivere l’attesa di questo 16 luglio, per chiunque si affida alla Vergine del Carmelo ed in Lei confida, significa vivere già la festa. Che sia vicino o lontano. Che sia confratello o meno. Che l’invochi in segno di aiuto e di protezione, oppure si inginocchi ai suoi piedi per ringraziarla della gioia ritrovata.

Il suo Scapolare è il nostro Scapolare e ci legherà per sempre a Lei. Decor.
Copyright © 2014 Alessandro Della Queva prove